lunedì 23 aprile 2012

20/04/2012 La scoperta di Beyt el-Bennani, tra sapere e convivialità


Esistono luoghi e momenti magici, quelli in cui ti ritrovi per caso, quando meno te lo aspetti. Ed esistono persone magiche, quelle che incontri per caso ed è subito una naturale alchimia.
Succede in un venerdì quasi normale che un amico ti proponga di conoscere "un personaggio". Aiuto! ho incontrato più “personaggi” io in questi ultimi anni che nessun altro... E' da conoscere, insiste, così come la sua casa: beyt el-Bennani.
Vabbé, in fondo con me quando si tratta di conoscere gente nuova non c'è neanche da insistere tanto. Se poi si presenta anche l'occasione di scoprire angoli nuovi della medina di Tunisi... ci vuole poco a convincermi.
Raggiungiamo la medina dalle parti di Bab el Menara, compriamo frutta e tabouna, il pane cotto nel forno tradizionale da cui prende il nome, e ci infiliamo in un portone aperto. Il mio amico mi presenta e subito la calorosa accoglienza: “Italiana? Noi amiamo gli italiani!”, mi dice un ometto con i baffi pregandomi di accomodarmi in una delle sale della casa che danno sul patio centrale, e già noto che è zeppa di libri.
Il personaggio in questione è Mohamed Bennani, lavorava a Bruxelles come giornalista della Lega Araba presso la Comunità Europea e lì prese a cercare nei mercatini tutto ciò che riguardasse la Tunisia. Da buon bibliofilo e collezionista al suo ritorno a Tunisi ha continuato a frugare nei mercatini e nelle case in demolizione o ad acquistare migliaia di libri, manoscritti, riviste, fotografie che riguardassero il patrimonio nazionale. Tutto il materiale è stato poi sommato alla biblioteca di famiglia e si conserva nella casa ereditata dai genitori, una di quelle splendide dimore tradizionali della medina.
Dopo 5 minuti iniziali di presentazioni e di conoscenza ci prega di seguirlo nella cucina dove la tavola è apparecchiata per varie persone. Non so se il mio amico l’avesse prevenuto del nostro arrivo, ma sedersi a tavola a casa di sconosciuti e vedere che è apparecchiato anche per te, come se fosse normale averti come ospite, riempie il cuore di sorpresa e di gioia. È una sensazione troppo bella e che poche persone sanno farti sentire.
Tra racconti, battute, spiegazioni sul cibo e sull’olio di prima spremitura che mettiamo nell’insalata, scopro che sua moglie è italiana. O meglio, nata a Tunisi da una famiglia proveniente dalla Lombardia. Con noi a tavola anche il fratello del nostro ospite e un altro personaggio siro-libanese che parla inglese. Dopo pranzo Mohammed si dimostra molto interessato alle mie ricerche e venendo a sapere che sono sarda mi parla dei sardi che in passato sono emigrati in Tunisia per lavorare. A mano a mano che gli spiego di cosa mi occupo e cosa cerco rimane in silenzio, riflette, poi mi dice: “Sei nel posto giusto!” e inizia a tirar fuori dalle credenze della sala e da uno stanzino buio vari libri, tesi di laurea e riviste che fanno al caso mio, compresa una rivista femminista tunisina degli anni ‘30 del secolo scorso che io stavo cercando.
Sono entusiasta davanti a tutto quel materiale, ma devo correre ad una conferenza e riprometto di tornare con calma. Marhaba, benvenuta mi dice, “è sufficiente che bussi alla porta se la vedi chiusa, io sono qui”. E mentre mi accompagna all’ingresso racconta che la tradizione della casa è di offrire un couscous pubblico il mercoledì... la porta è aperta, chi vuole è benvenuto!
A mercoledì quindi!



Le immagini sono tratte dal sito

Nessun commento:

Posta un commento